sciatore sulle Dolomiti

I mesi di febbraio e marzo sono i migliori per dedicarsi al Sellaronda, lo lo skitour più famoso non solo delle Dolomiti ma delle Alpi

Siamo sulle Dolomiti, tra i picchi più belli al mondo, con una vista su boschi inconfondibili e discese adrenaliniche. Il percorso del Sellaronda è di media difficoltà e ha una lunghezza di circa 40 km, dei quali circa 26 km sci ai piedi. Richiede all’incirca 6 ore di tempo, permette di toccare 4 passi senza mai togliere gli sci – Passo Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo – e attraversa 4 valli ladine Val di Fassa in Trentino, Val Gardena e Val Badia in Alto Adige, Arabba in Veneto – con piste che circondano il massiccio del Sella. Si può scegliere il senso di marcia, orario o antiorario, iniziando da una delle valli… e magari tornare per percorrere il tragitto in senso inverso la volta seguente!

sellaronda skimarathon partenza

Sellaronda Skimarathon

Segnaliamo un appuntamento immancabile che nel 2023 si svolge il 31 marzo a partire dalle 18: Sellareonda Skimarathon. Si tratta della competizione di sci alpinismo in notturna giunta alla sua 26esima edizione che si snoda lungo il Dolomiti Superski. I concorrenti si sfidano in coppia, muniti di pelli di foca e frontalini per illuminare il tracciato, percorrendo i 42 km previsti e affondando il dislivello totale di 2.700 metri. Il record da battere è di 2:56’59”. Quest’anno si parte da Arabba. Ricordiamo infine che Sellaronda Skimarathon è prova della Coppa delle Dolomiti.

Fonti foto e info: visittrentino.info, sellaronda.it

panorama sul lago di Resia con il campanile di Curon

Il Lago di Resia non ha bisogno di presentazioni, meta di turisti attirati dal campanile sommerso ma anche di tanti sportivi

Il simbolo del Lago di Resia è sicuramente il campanile romanico sommerso per metà, che infonde fascino e rende, a tratti, questo luogo inquietante e misterioso. Non a caso Curon Venosta è stato scelto come location di una serie targata Netflix, “Curon”, che ha incuriosito molti fan e li ha spinti a recarsi in visita in Alto Adige.

Il lago di Resia… oltre al suo campanile

Se il campanile è una calamita assoluta per lo sguardo, va precisato che questa zona è ricca di meraviglie naturalistiche e attira visitatori in ogni stagione. In estate è frequente imbattersi nei tanti ciclisti che percorrono la Via Claudia Augusta verso Merano, percorso attutissimo e celebre in tutta Europa. In inverno Belpiano e Malga S. Valentino sono ideali per chi ama sciare e lo stesso lago di Resia ghiacciato è una meta ideale e affascinante per chi pratica surf su ghiaccio e snow kiting.

Curon, tra storia e leggenda

il campanile sommerso di Curon

Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu portata a termine la costruzione di una diga utile alla produzione di energia idroelettrica attraverso la creazione del lago artificiale di Resia, il più grande di tutta la provincia di Bolzano con 120 mln di metri cubi di acqua di capacità. La conseguenza fu l’evacuazione forzata degli abitanti del vecchio centro di Curon, costretti a trasferirsi nell’attuale Curon Venosta. Anche il campanile, che apparteneva ad una chiesetta medievale del 1357, subì la medesima sorte dell’intero paese, finito sott’acqua perché si completasse l’intervento idrogeologico. 

Storia e leggende in un luogo tanto suggestivo non possono che sovrapporsi. La più nota è quella secondo cui le campane dell’antico campanile sommerso continuerebbero a far risuonare i loro rintocchi nonostante non siano più al loro posto. Il loro suono sarebbe udibile in particolare nelle giornate più ventose e d’inverno, quando il lago ghiaccia e permette di arrivare a piedi fino al campanile. Una storia triste che lascia in eredità la bellezza un panorama mozzafiato tinto di malinconia. Nonostante le proteste il paese fu infatti sacrificato e pare che molti anziani siano morti per il dolore dopo averlo visto scomparire lentamente sotto l’acqua. Oggi gli abitanti di Curon convivono con questo ricordo e tentano di riconciliarsi con la poesia di quelle acque che celano la tragedia ancora viva nei racconti di famiglia.

Curon Venosta oggi

Oggi il comune di Curon Venosta è un piccolo centro di poco più di 2.000 abitanti al confine con Austria e Svizzera, tappa interessante considerando che la ciclabile dell’Adige consente piacevoli escursioni in bicicletta lungo la già citata via Claudia Augusta e che dal lago di Resia si arriva fino a Merano. Se il lago d’estate non è l’ideale per il turismo balneare lo è comunque a livello sportivo. Del vecchio paese restano soltanto i racconti degli anziani, mentre la nuova Curon è oggi un centro turistico che a quel vecchio campanile deve comunque gran parte del suo appeal.

mario di bona sulle alpi svizzere

Nato e cresciuto sulle Dolomiti, Mario Dibona le conosce meglio di ogni altro luogo. L’alpinista ed esploratore si racconta a Glance

CORTINA – Nelle vesti di esploratore Mario Dibona ha arrampicato in Europa e nel mondo, fino alle montagne più alte, dall’Himalaya al Karakorun, dall’Alaska alla Nuova Zelanda, fino al Perù sulla Cordillera Blanca e in Ecuador. Sulle Dolomiti ha concatenato in 7 giorni tutte le cime importanti della conca cortinese in pieno inverno da solo e senza mai scendere a valle per rifornirsi. Appassionato di sci alpinismo e sci fuori pista ha sciato su quasi tutti i ghiacciai delle Alpi e nei fiordi norvegesi, sul monte Toubkal in Africa e sul monte Elbrus in Russia.

Mario, com’era da bambino? Sognava già la montagna?

“Da bambino correvo e mi arrampicavo ovunque, vedevo una casa dovevo arrivare sul tetto, su ogni albero, roccia, muro e quant’altro attirasse il mio interesse nel provare a salire in alto. Ero talmente vivace che a furia di correre mi si surriscaldava il sangue e mi venivano degli ematomi sulle gambe. Per evitare che mi facessi male mio papà aveva trovato una soluzione originale: mi legava una corda alla vita…”.

Le montagne stanno cambiando, aspetto molto delicato per una guida alpina. Cosa sta accadendo?

“Un gruppo di scalatori, gli Scoiattoli di Cortina, nel 1969/70 fece una scalata sul Sorapis. Fecero epoca. Ma un mese dopo era scomparsa completamente la torre che avevano scalato. I crolli ci sono sempre stati e sempre avverranno. Cambiano le montagne ma cambia anche il rapporto esseri umani-montagne. Un tempo si scalava per conquistare la vetta più alta, oggi si gareggia. L’arrampicata sportiva è ormai una disciplina ai Giochi Olimpici e Paralimpici. Dobbiamo distinguere l’alpinismo come conquista della montagna e l’arrampicata come competizione basata su difficoltà crescenti, che peraltro attira oggi moltissimi giovani e, come ogni sport, a fronte di un allenamento costante non presenta rischi particolari. Questo ha segnato un grande punto di svolta”.

INFO: www.dolomitiskirock.com

Il 2021 per lo sport italiano è stato un anno memorabile. Lo celebriamo insieme al campione olimpico trentino, oro nella vela a Tokyo2020

Dove è nato il suo amore per la vela?
Sul lago di Caldonazzo. Avevo 6 anni. Era soprattutto una scoperta del lago. Stare all’aria aperta in luogo tranquillo mi dava un senso di libertà estrema. Attorno ai 10 anni la scelta era tra sci o barca a vela anche d’inverno. Ho scelto la vela! I miei genitori mi portavano da Trento al Lago di Garda per gli allenamenti quattro volte a settimana. Senza di loro non sarei mai arrivato fin qui.

Il 3 agosto 2021 arriva l’oro a Tokyo. Cosa si prova?
Si parte da molto prima: allenamenti, sudore, fatica. Io e Caterina Banti – con cui, in coppia, sono salito sul gradino più alto del podio – eravamo i favoriti. Questo rende tutto più difficile. La nostra gara si svolgeva in cinque giornate, abbiamo guadagnato punti passo dopo passo. Una regata è come una partita a scacchi: ogni mossa va pensata in anticipo.

Opere e infrastrutture all’avanguardia, servizi innovativi, expertise condivise rivestiranno la Regina delle Dolomiti con un lifestyle unico, nel rispetto di tradizione e ambiente

Il countdown è iniziato e Cortina d’Ampezzo si sta preparando ai tanto attesi Campionati del mondo di sci alpino. Dal 7 al 21 febbraio 2021 saranno protagonisti assoluti lo sci, la montagna, la neve, lo sport, la passione, la tradizione italiana. Il comitato organizzatore dell’evento è Fondazione Cortina 2021 che, presieduta da Alessandro Benetton, ha seguito e segue i preparativi con un’attenzione costante al territorio e alla sostenibilità. I progetti e le attività seguono infatti due orientamenti paralleli: innovazione e sostenibilità, ambientale e sociale, rinnovando il territorio con opere, infrastrutture e servizi all’avanguardia grazie ad expertise condivise. 

I Mondiali del 2021 sono il più importante evento sportivo invernale in attesa delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e sono veicolo di importanti significati che Fondazione vuole far emergere, prima fra tutti una cultura educativa allo sport, quale veicolo di valori quali il rispetto, l’impegno e la vita sana. 

Il grande appuntamento dei Mondiali rappresenta una grande opportunità per il territorio che, riqualificato con piste, collegamenti, viabilità, potrà contare sul gruppo di lavoro giovane e motivato formatosi per l’evento. Infine, atleti, media e tifosi saranno l’uno accanto all’altro, condividendo l’emozione e la passione nel contesto delle Dolomiti Patrimonio Unesco, uno scenario unico al mondo per la sua bellezza. 

Il territorio ampezzano si prepara ad accogliere più di 600 atleti, provenienti da 70 nazioni diverse, che si sfideranno per i 13 titoli in palio. A tifare per loro, sono previsti oltre 120 mila spettatori, senza dimenticare che saranno presenti 1500 media e si collegheranno in diretta televisiva almeno 500 milioni di persone da tutto il mondo.

Ph: Dino Colli per Fondazione Cortina 2021